Inizio già con un dubbio...Turdiddi o Turdilli? Sono quei nomi che, alle orecchie di una bambina (tale ero io la prima volta che li assaggiai), rimangono sempre nel vago, che fanno sorridere nel pronunciarli e che nel tempo, anno dopo anno, hanno rappresentato uno dei profumi che caratterizzavano il Natale.
Mia madre ci raccontava che si preparavano anche in occasione della festa di san Biagio, protettore della gola... (ha un suo perchè!).
Negli ultimi tempi, però, mia madre (per vari motivi) non li aveva preparati più ed ora, sollecitata da questo contest, ho dovuto ricorrere ai consigli delle mie zie, Rina e Concettina (sorelle di mamma), che mi hanno ragguagliata sulla preparazione di questo particolare tipo di dolci.
Il risultato è stato questo...
....ed ora vi racconto come ci sono arrivata!
Tutto sommato la ricetta è abbastanza semplice .... a parole (almeno per me!).
Infatti dosi precise non ne ho avute ma "semplicemente": 2 bicchieri di vino (o vermuth), 1 bicchiere di olio evo, un pò di zucchero, un pò di lievito per dolci e farina (ho usato la Farina Manitoba del Molino Chiavazza) quanto "se ne prende"! L'impasto deve risultare nè troppo duro nè troppo morbido! Friggerli e passarli nel miele!
Ma ...dico....volete che non mi assalissero dubbi anche sulla preparazione? E se ne fosse venuto fuori qualcosa di immangiabile?
Comunque, mi son fatta coraggio ed ho preparato gli ingredienti sul tavolo.
In una ciotola di vetro, per non esagerare troppo con le dosi (per i motivi di cui sopra) ho versato un bicchiere e mezzo di vino bianco e tre quarti (stesso bicchiere) di olio evo.
E fin qui ci siamo!
E lo zucchero? "un pò di zucchero"....che vorrà dire? ...decido per quattro cucchiai rasi di zucchero di canna... magari poi l'assaggio!
Inizio quindi ad incorporare la farina, passata ad un colino, con una frusta a mano.
Man mano che il composto prendeva consistenza ho messo mezza bustina di lievito (sarà "un pò di lievito"?).
Assaggio e decido di aggiungere altri due cucchiai di zucchero (normale, questa volta!).
Ho continuato a mescolare con un mestolo di legno fino a che non è stato possibile lavorarlo con le mani!
Ricapitoliamo: "l'impasto deve risultare nè troppo morbido nè troppo duro". Mah!
Per me potrebbe andar bene così:
...ne è venuta una palla ...così:
Ho iniziato a farne delle palline (perchè non mi hanno spiegato anche questo?...e perchè non l'ho chiesto io?) che poco mi ricordavano, ad onor del vero, la forma che dava mia mamma :(
Ho provato a rintracciare le zie...ma con esito negativo!
Ed allora ho proseguito di testa mia. Ho cercato di non farle troppo grosse, altrimenti, ho pensato, non si sarebbero cotte bene all'interno.
Ho preso una pentola in modo da poter versare abbondante olio (di semi) e friggerle bene a fuoco non troppo alto.
Per rendere meglio l'idea ho girato un mini-mini video!
Una volta dorate le ho fatte scolare su carta da cucina.
Le ho passate in padella con due cucchiai di miele (altro mini-mini video).
Infine le ho sistemate nei pirrottini di carta!
Certo..... potrei ritenermi più che soddisfatta...ma... C'è un "ma". Il profumo ed il sapore mi hanno evocato mamma ...ma...la forma? ...era diversa! E non era per il fatto che li avessi messi nei pirrottini di carta (venivano messi in una ciotola tutti assieme)!
Ieri pomeriggio la rilevazione. Mi telefona zia Concettina e mi ha chiesto: "Li hai preparati i Turdiddi?" - Si zia, li ho fritti e passati nel miele - "Certo ...così si preparano....come grossi gnocchi... si passano sul retro di una grattugia e si friggono, così si cuociono bene anche internamente!!" - Ahhhhhhhhhh ....ecco qual era il passaggio mancante...e tutto mi tornò alla memoria!!!
Bhè credo che la mia mamma sarà contenta lo stesso..! Mi raccomandava sempre che un giorno queste cose le avrei dovute preparare io... e così è stato!
Adesso basta...se no mi viene il magone ed invece sono stra-contenta del risultato, confortata oltre che dal giudizio di mio marito anche della mia amica Cristina a cui li ho fatti assaggiare!
Quindi è con estremo piacere che partecipo al contest del Molino Chiavazza - Le mani in pasta - I biscotti della tradizione